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Coronavirus (COVID-19) e Polio Survivors
Pubblichiamo un articolo che riguarda la polio e il coronavirus
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Un nuovo progetto per rivitalizzare l’Associazione: Transizione ...
Sindrome post-polio, un rischio da valutare
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Nonostante la poliomielite sia ...
Manifestazioni cliniche della poliomielite
MANIFESTAZIONI CLINICHE
Come abbiamo detto sopra, la maggioranza delle infezioni non è accompagnata da sintomi (infezioni inapparenti), oppure può presentare solo lievi sintomi sistemici con faringite o gastroenterite o di tipo influenzale (le cosiddette malattie minori o poliomielite abortive). Questi sintomi lievi della poliomielite corrispondono al periodo della viremia e della disseminazione del virus e in molti casi sono in grado di stimolare una risposta immunitaria efficace, caratteristica responsabile della mancata insorgenza sia della meningite, che della poliomielite. In una percentuale relativamente piccola di pazienti in cui è interessato il sistema nervoso, la malattia si manifesta con diverse gravità, da un lieve attacco di meningite asettica (poliomielite non paralitica o preparalitica) alla forma più grave di paralisi (poliomielite paralitica). Poliomielite non paralitica o preparalitica I sintomi prodromici di questa forma sono quelli della malattia minore menzionata sopra. In genere i sintomi sono: apatia, cefalea generalizzata non pulsante, febbre dai 38° ai 40° C, rigidità e dolenzia muscolare, mal di gola senza evidenza di infezioni alle alte vie respiratorie, anoressia, nausea e vomito. In alcuni pazienti, solitamente i bambini, questi sintomi possono recedere in diversa misura, per poi dar luogo nuovamente dopo 3 o 4 giorni a cefalea e febbre accompagnate da segni di interessamento nervoso (andamento cosiddetto "a gobba di cammello" o bifasico). Più spesso la seconda fase della malattia si fonde con la prima. La dolenzia muscolare, la tensione dei tendini della "zampa d'oca" (spasmo) e il dolore al collo e alla schiena diventano sempre più intensi; altre manifestazioni di interessamento nervoso sono: irritabilità, irrequietezza e l'instabilità emotiva. La comparsa di questi ultimi sintomi prelude frequentemente alla paralisi. In associazione a questi sintomi si osserva rigidità nucale alla flessione del capo verso il basso, i segni di Kernig e Brudzinski e le caratteristiche liquorali di una meningite asettica. Vi sono da 25 a 500 cellule per mm3, qualche volta anche di più: sono predominanti granulociti neutrofìli nei primi giorni di malattia, ma, successivamente, lo sono i linfociti; le proteine totali sono elevate, raramente però oltre i 150 mg per 100 ml; il contenuto di glucosio e normale. Questi sintomi possono costituire l'intera malattia: in tali casi la febbre e gli altri sintomi sistemici scompaiono nel giro di qualche giorno, mentre i segni di irritazione meningea possono persistere per una o due settimane. In alternativa i sintomi preparalitici possono essere seguiti da quelli paralitici: la paralisi si evidenzia quando la febbre è al culmine o, con la stessa frequenza, quando la febbre sta diminuendo e il quadro clinico generale sembra migliorare Poliomielite paralitica La paralisi muscolare può instaurarsi rapidamente, raggiungendo la sua massima gravità nel giro di 48 ore o anche meno, oppure può svilupparsi lentamente o a singhiozzo nell'arco di una settimana o anche più. In genere quando la temperatura rimane normale per 48 ore, la paralisi non progredisce oltre. La distribuzione della paralisi spinale è abbastanza variabile. La paralisi più diffusa si ha nella prima infanzia. Raramente si osserva una paralisi acuta e simmetrica della muscolatura del tronco e degli arti simile a quella della sindrome di Guillain-Barré. Alcuni fattori propri dell'individuo ospite, quali un'eccessiva attività fisica o un'iniezione locale durante il periodo asintomatico dell'infezione sembrano favorire l'instaurarsi della paralisi nella muscolatura esercitata o nell'arto corrispondente all'iniezione. Frequentemente si osservano delle fascicolazioni grossolane man mano che il muscolo si paralizza: in genere esse sono transitorie, ma qualche volta rimangono. I riflessi addominali, cremasterici e osteo-tendinei possono effettivamente essere aumentati nel corso della fase acuta man mano che si aggrava la paralisi della muscolatura addominale e degli arti diminuiscono e scompaiono. Il paziente, frequentemente, lamenta delle parestesie a livello degli arti colpiti, ma non è dimostrabile obiettivamente una perdita di sensibilità. Negli adulti è frequente ritenzione urinaria, anche se non permanente. A 3 settimane dall'inizio della paralisi si può osservare l'atrofia della muscolatura colpita, che invece è permanente. La paralisi che interessa prevalentemente la muscolatura bulbare è comune nei giovani adulti, ma tali pazienti di solito hanno anche interessamento spinale. Qualunque muscolo del cranio può divenire ipostenico, ma i muscoli più frequentemente coinvolti sono quelli della deglutizione a causa dell'interessamento del nucleo ambiguo. Gli altri grossi rischi dell'interessamento bulbare sono i disturbi della respirazione e del controllo vasomotorio: singhiozzo, respiro superficiale e progressivamente rallentato, cianosi, irrequietezza e ansietà (fame d'aria), ipertensione, e da ultimo ipotensione e collasso circolatorio. Quando a questi disturbi si aggiungono paralisi del nervo frenico e della muscolatura intercostale, la sopravvivenza del paziente è minacciata e diventano urgenti l'assistenza respiratoria e le cure intensive. La reazione immunitaria al virus è in grado di arrestare la malattia in qualsiasi stadio (sistemico, meningeo, paralitico). Negli individui in cui la risposta immunitaria e soppressa da neoplasie, da corticosteroidi o da altri farmaci, si può osservare una paralisi motoria lentamente progressiva che si sviluppa in un periodo di alcuni mesi o anni (poliomielite cronica).